L’apostolo Paolo parla di alcune persone che hanno perduto ogni sentimento: Efesini 4:19

sentimento

Questa è una condizione terribile nella quale venirsi a trovare, eppure in qualche misura ognuno di noi vi si viene a trovare.

Socrate descrive la coscienza (sede dei sentimenti) dell’uomo come la moglie dalla quale non si può divorziare. Forse non possiamo divorziare dalla nostra coscienza, ma la possiamo azzittire fino a farla diventare completamente muta.

Bisogna ottenere la chiave del regno di Dio; che è fare cordoglio, e solo quelli che hanno sentimenti possono fare cordoglio. Ma Paolo dice che alcuni hanno perduto ogni sentimento.

Un missionario per ben 13 anni ha lavorato fra i lebbrosi nell’isola di Malakai, arcipelago delle Hawai. Alla fine, la malattia colpi anche lui; una mattina si spruzzò involontariamente dell’acqua bollente su un piede e non sentì il minimo dolore. Capì di essere condannato; capì che la morte era entrata nel suo corpo e che poco alla volta avrebbe perso il piede. Per lui sarebbe stato cento volte meglio, che l’acqua bollente gli avesse provocato il dolore.

Un uomo al quale erano stati imputati i piedi, raccontava la sua esperienza; era stato sorpreso dal freddo intenso del grande nord. E finché i piedi gli facevano male, non era molto preoccupante, ma quando dopo qualche tempo non sentì più alcun dolore, si rese conto che i suoi piedi erano condannati. Il dolore diminuiva col progredire del congelamento.

Fratelli e sorelle, la stessa cosa accade con la coscienza.

SE COMMETTI PECCATO… TI RIMORDE LA COSCIENZA?

Se è tale, siate contenti; non contenti del peccato, ma perché la coscienza vi accusa. Mentre ci sono poche speranze, quando la coscienza diventa insensibile. Diciamo menzogne e non ci facciamo caso; rubiamo e non vediamo il male; teniamo il cruccio ed è sempre tutto normale; abbiamo un linguaggio sporco e non teniamo conto del nostro parlare. Qualcuno dice: “se la tua coscienza non ti condanna vuol dire che sei a posto”; invece NO e ancora NO. Vuol dire che la tua coscienza è diventata muta e insensibile alle cose di Dio e alle cose spirituali.

Un ragazzino al quale il padre aveva detto che la coscienza è una vocina flebile che ci parla quando agiamo male. Quando pregava diceva cosi: “Dio fa gridare la mia vocina”. Vogliamo dire cosi anche noi: “Signore, fai che questa vocina grida nella nostra vita sempre di più”. Dobbiamo essere così rattristati dalle nostre deficienze morali e spirituali, da non trovare pace, finché non abbiamo trovato Dio. E allora la nostra anima sarà soddisfatta.

ULTIMA RIFLESSIONE…

Gesù disse: “Ed io quando sarò innalzato sulla terra, attirerò tutti a me”. (Giovanni 12:32). Poi il vangelo aggiunge: >>cosi diceva<<, per significare di quale morte doveva morire. L’osservare della sofferenza del Salvatore Gesù produce sofferenza per noi. Solo un’anima morta può guardarlo senza fare cordoglio.

GRIDA ANCORA LA TUA VOCINA?

Forse hai paura, ti vergogni, ti senti miserabile dentro; fatti coraggio e si contento perché la tua stessa vergogna, miseria e paura, saranno un cordoglio che ti può portare il suo conforto.

Guardando dentro la tua vita, vedi il tuo cuore rotto? Rallegrati per questo, portalo al calvario; sarà ricostruito e il tuo dolore sarà mutato in gioia.

pastore Governo Giuseppe